V Domenica del Tempo Ordinario

Come abbiamo già notato domenica scorsa, Marco mostra Gesù all’opera e mostra il modo in cui ha formato coloro che, dopo di lui, avrebbero dovuto continuare la sua missione.

La meraviglia per la forza liberatrice di Gesù con cui si chiudeva il brano precedente, introduce il brano di oggi nel quale Marco insiste sulla nuova straordinaria autorità di Gesù che semplicemente con la sua presenza, senza proferire parola, guarisce la suocera di Pietro.

Gesù ha consacrato una parte importante del suo tempo ai malati e a coloro che erano tormentati da spiriti impuri.

Glieli portavano in gran numero ed egli li guariva indistintamente tutti. Infatti Dio non sopporta la vista della sofferenza delle sue creature.

È questa, senza dubbio, la sola risposta certa all’angosciosa domanda sul perché delle sofferenze umane, soprattutto quelle degli innocenti e dei giusti, posta dal libro di Giobbe senza trovare una soluzione. Anche il Vangelo non offre alcuna risposta perentoria.

Dice che Gesù ha guarito molti malati e dice, soprattutto, che, prendendo su di sé le sofferenze del mondo, le ha riscattate.

Questa certezza non ne diminuisce il peso, a volte insopportabile, ma assicura che Dio farà concorrere la prova al bene di coloro che lo sopportano.

Ancora una volta nel brano di oggi di Marco c’è un’intercessione che porta Gesù a compiere un miracolo che riguarda la suocera di Pietro: “E subito gli parlarono di lei”. Gesù la risolleva (è il verbo della risurrezione che Marco usa) dalle sue sofferenze.

Gesù si avvicina sempre alle sofferenze di coloro con cui ha condiviso l’umanità, a noi per risollevarci, per farci risorgere e continuare nella gioia la vocazione cristiana ricevuta.