XVI Domenica del Tempo Ordinario
Oggi la liturgia ci propone una visione della vita pastorale di Gesù e degli Apostoli molto significativa per la vita di tutti i ministri del Signore eletti per il bene del Suo popolo.
Nel vangelo Gesù si mostra pieno di compassione perché vede che la gente è come pecore senza pastore.
Marco si ricollega direttamente all’episodio della missione degli Apostoli, di cui qui, con brevissimi cenni, presenta il ritorno. Gesù allora si ritira in disparte con i suoi Apostoli, interrompendo, seppur solo per un breve momento, l’intensa attività in mezzo alla gente, che ormai stava impegnando sempre più anche gli Apostoli. È l’esigenza di interiorità che si fa sentire e che ha bisogno di un suo spazio per verificare a tu per tu le parole annunciate e le azioni compiute in nome di Gesù, e per ristorarsi un poco alla fonte. Fonte che è Cristo stesso.
È Gesù, infatti, l’unico Maestro, il Maestro che di continuo si dona alla sua chiesa nella sua Parola. L’invito di Gesù ad una esperienza viva di preghiera nel silenzio acquista il valore di un esercizio di dialogo con Dio che libera e salva. In essa si esprime il rapporto personale con Gesù Cristo che diventa la fonte della nostra libertà.