II Domenica di Quaresima
“Ascoltatelo”, dice la voce dal cielo in questo brano del vangelo che caratterizza questa seconda domenica di quaresima. Infatti, “Questi è il Figlio mio, l’amato”.
Il Padre parla solo due volte nel vangelo dicendo e ribadendo la stessa cosa; prima nel battesimo e ora qui.
La trasfigurazione è la conferma della via intrapresa nel battesimo, anticipo della Pasqua.
Se Matteo fa riferimento all’Antico Testamento sempre, qui supera se stesso. Nel Nazareno infatti si compie ogni profezia e la Legge. Tutto fa riferimento a questo compimento.
Davanti a tre uomini, il Figlio dell’uomo è proclamato dal Padre come suo Figlio. È la fine del dibattito su chi è Gesù Cristo e l’inizio del suo cammino verso Gerusalemme. Il Padre ha una sola Parola che lo rivela pienamente: il Figlio.
A noi dice di ascoltarlo, perché ascoltando lui, diventiamo come lui, figli.
La trasfigurazione è un’esperienza fondamentale della vita di Gesù. È un’illuminazione interiore tanto forte che “trasforma” il suo stesso corpo in sole e luce. È importante anche per i discepoli averlo visto: quando sarà risorto potranno capire che il Risorto è lo stesso Gesù che fu crocifisso.
La trasfigurazione del Figlio rappresenta anche l’anticipo di ciò che saremo. Il seme della nostra gloria divina è gettato quando decidiamo davvero di ascoltarlo.