III Domenica di Quaresima
Il vangelo di questa III domenica di quaresima è il brano di Giovanni della samaritana al pozzo.
Tutto l’episodio è incentrato sul simbolismo dell’acqua.
Gesù, stanco, è seduto sull’orlo del pozzo. Viene una donna di Samaria ad attingere acqua. Samaria è l’attuale Nablus che è uno dei punti caldi del conflitto ebreo-palestinese.
Del resto anche al tempo di Gesù fra giudei e samaritani c’era lo stesso astio. Ed è proprio a questa donna che Gesù chiede da bere.
La donna, infatti, gli fa notare l’inimicizia ma Gesù replica: “Se conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere..”.
La donna intuisce che quell’uomo dall’aspetto di profeta sta cercando di portarla su un campo “pericoloso” e si difende aggrappandosi al senso materiale delle parole dicendo a Gesù che non ha uno strumento per attingere acqua.
Gesù allora contrappone due tipi di acqua. Essi indicano qui due modi di concepire e di realizzare la propria vita, due scopi, due orizzonti diversi.
La donna ha cercato finora di dare un senso alla sua vita e di riempire il vuoto del cuore con l’amore di un uomo. Ma inutilmente se, come rivela Gesù, è passata attraverso cinque mariti e al presente vive con un amante. Finora ha bevuto acqua che non è in grado di estinguere la sete.
Allora Gesù fa una proposta radicale: cercare un’altra “acqua”. “L’acqua che io darò diventerà in lui sorgente che zampilla per la vita eterna”.
La nostra amica samaritana, quel giorno capì le parole di Gesù sull’acqua viva, perché la troviamo di lì a poco trasformata in evangelizzatrice. Torna in città e racconta a tutti ciò che Gesù le ha detto. Annuncia e testimonia il suo incontro con il Signore.