V Domenica di Quaresima

I tre vangeli Sinottici riferiscono che, nei dintorni di Cafarnao, Gesù ha risuscitato la figlia di un certo Giairo, capo della sinagoga. Luca parla, inoltre, del figlio di una vedova di Naim, villaggio della Galilea, restituito da Gesù a sua madre mentre lo portava alla sepoltura.

Entrambi questi racconti sono molto brevi. D’altra parte, Gesù è stato spinto a fare questi miracoli straordinari da circostanze impreviste. Lo si sottolinea esplicitamente per il figlio della vedova di Naim: Gesù si è trovato per caso nel corteo funebre. Quanto alla figlia di Giairo, Marco e Luca dicono che era ancora viva quando il padre pregò Gesù di venire ad imporle le mani.

Ben diverso è il caso del vangelo della risurrezione di Lazzaro in Giovanni che è il solo a parlarne. Il racconto è lungo e dettagliato.

Lazzaro è un amico di Gesù e si è ammalato. Le sorelle Marta e Maria mandano a chiamare Gesù che si trova lontano e quando arriva Lazzaro è morto da quattro giorni ed è nella tomba. Pianto e lutto in casa fra parenti e amici. Anche Gesù si commuove e “scoppia a piangere”.

“Se fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto” gli dice con una punta di rimprovero la sorella. Ma Gesù con autorità divina le dice: “Tuo fratello risorgerà”.

Marta pensa alla resurrezione finale nell’ultimo giorni, ma Gesù precisa: “Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà. Credi tu questo?”. Vanno al sepolcro, Gesù ordina di togliere la pietra e ordina a Lazzaro di uscire e lo restituisce all’affetto delle sorelle. 

A questo punto dobbiamo fare un’osservazione. Anche Gesù da lì a poco morirà e risorgerà, ma quella di Gesù è una risurrezione diversa da quella di Lazzaro.

Gesù risorge in avanti, alla vita eterna; Lazzaro invece all’indietro, alla vita di prima. Gesù risorto lascia questo mondo; Lazzaro invece rimane in questo mondo.

Una volta risorto Gesù non può più morire, Lazzaro invece sa che dovrà morire di nuovo ma nel frattempo è restituito alla famiglia. È un uomo nuovo, risorto e sa che c’è qualcuno più forte della morte.

E noi che c’entriamo con tutto questo?

C’è una risurrezione del corpo e una del cuore. Se quella del corpo avverrà nell’ultimo giorno,  quella del cuore avviene e può avvenire ogni giorno.

Da questo possiamo dedurre che si può essere morti anche quando si è in vita; quella morte dovuta alla totale assenza di energia, di speranza, senza nessuna voglia di lottare e di vivere; cioè una morte del cuore. 

A chi vive questa situazione la risurrezione di Lazzaro dovrebbe arrivare come il suono delle campane a Pasqua.