XI Domenica del Tempo Ordinario
Nel Vangelo di questa XI domenica del T.O. le parole e i gesti di Gesù ci aiutano a capire perché Gesù ha istituito la Chiesa, perché esistono gli apostoli e i loro successori. Gesù ha compassione delle folle perché le vede “stanche e sfinite come pecore senza pastore”. La compassione è il cuore profondo del Vangelo, la sorgente nascosta da cui sgorga l’opera della redenzione.
Il verbo usato nel testo originale in greco significa sentirsi sconvolgere le viscere, provare un colpo al cuore. La parola ricorre solo a proposito di Cristo.
Gesù non cerca di nascondere la commozione; non ha paura di farsi vedere piangere in pubblico. In sé stessa questa commozione è il miglio dono che si può fare a chi vi sta davanti con il suo dolore e la sua pena; molto più eloquente che non tutte le parole e o discorsi. Significa che il suo dolore ci ha raggiunti nell’intimo e non ci ha lasciati indifferenti.
Il seguito del brano ci mostra com’è la compassione di Cristo. È una compassione che diventa azione.
Se leggiamo direttamente dalla Bibbia il brano può trarre in inganno perché con queste parole sulla compassione termina il capitolo nono. Ma la Chiesa ha fatto bene nella liturgia ad unirlo all’inizio del capitolo decimo perché da questo vediamo come si traduce in fatti la compassione di Gesù. Cosa nacque da essa. Nacque la Chiesa.
Segue il numero dei Dodici Apostoli. Il numero dodici è chiaramente dovuto al fatto che dodici erano le tribù di Israele e quindi, come abbiamo imparato soprattutto in Matteo, Gesù ha l’intenzione di dare inizio alla Chiesa modellando il nuovo Israele.
Il Vangelo ci rivela, quindi, che Gesù non è venuto in terra solo per fare del bene a quelli che avrebbe incontrato durante la sua breve vita terrena, ma è venuto per fondare una comunità che avrebbe perpetuato nel tempo e dilatato nello spazio la sua opera. Quel giorno Gesù decise di inaugurare la futura struttura della chiesa fondata sulla testimonianza apostolica. Ogni privilegio del clero è escluso in partenza con l’espressione “gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date”. Chi ha di più sul piano spirituale e umano deve condividerlo. La chiesa è dunque per l’uomo e non l’uomo per la chiesa.
Quindi dobbiamo sentire la Chiesa come nostra, come dono di Cristo per ciascuno di noi.