XVII Domenica del Tempo Ordinario

Ed eccoci giunti alla fine del discorso parabolico con le parabole raccontate da Gesù non alla folla ma ai suoi discepoli.

Le prime due parabole di oggi hanno espressioni identiche: “Il Regno dei cieli è simile a…trova…se ne va…vende tutto quello che ha e compra”. Sembrano scritte apposta per creare un perfetto parallelismo tra i due racconti, adatto per imprimerli bene nella memoria. Quello che si dice è troppo importante e bisogna inciderlo bene nella mente e nel cuore. Parallelismo non è ripetizione. Le differenze non mancano e anche esse hanno valore. 

Vediamo i due di cui si parla. Guardiamoli bene in faccia: hanno trovato un bene così prezioso da cambiare completamente la loro vita. 

Il primo è un bracciante agricolo che lavora in un campo che non è suo. Si può immaginare che quel giorno mentre zappava o ripuliva il campo del suo padrone si imbatté a caso in un tesoro inestimabile; lo stupore e la meraviglia e poi la gioia furono immensi; aveva deciso: quel tesoro sarebbe stato suo.

Il secondo è un mercante o come dice il testo greco, uno che possiede un emporio. Un giorno si trova di fronte una perla preziosa. Da buon intenditore capì subito il suo valore da capogiro. Quel mercante la vide ma fece finta di nulla. Guai a far trapelare nel commercio le proprie emozioni. Ma anche egli aveva deciso: la perla doveva essere sua. 

Ecco allora che il povero bracciante e il ricco mercante quel giorno si giocarono la loro vita. Fecero cose strane agli occhi degli altri: si disfano di tutti i loro averi per possedere quel tesoro… quella perla. Il culmine delle due parabole è proprio qui: “trova, se ne va, vende tutto, compra” . 

Il messaggio è chiaro: il Regno di Dio è un bene così grande che chi si imbatte nell’annuncio del Regno che si è fatto vicino, chi ne capisce l’inestimabile valore sente di dover fare qualsiasi sacrificio per possederlo. Se comprendessimo a fondo che cosa significhi essere cristiani, figli del Regno, figli di Dio, diventerebbe per noi impossibile rivolgerci a cose o beni di minor valore. 

Nella terza parabola, quella della rete gettata in mare, invece, le similitudini con la parabola della zizzania sono evidenti. Ma mentre in quest’ultima solo alla fine il grano verrà separato dalla zizzania, qui sin da subito si insiste sulla separazione del giorno finale quando il male sarà totalmente distrutto e il popolo di Dio apparirà puro e senza macchia. 

Anche a noi oggi Gesù chiede se abbiamo capito. Matteo, il discepolo si è dimostrato vero scriba che “Tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”.

Egli lo fa per fare entrare anche noi nel mistero di Gesù e per far capire che Egli è “Colui che deve venire” perché anche noi possiamo annunciare con la vita il Regno dei Cieli.