XXI Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo ci riporta, oggi, un brano cristologico ed al tempo stesso ecclesiologico, e si apre con un “sondaggio” formulato da Gesù stesso: “La gente chi dice sia il Figlio dell’uomo?”

La gente identificava il Figlio dell’uomo in Giovanni il Battista, o nei profeti Geremia o Elia, o in qualche altro profeta che sarebbe ritornato ma in nessun modo in Gesù il Nazareno, il Cristo. 

Interrogati su ciò che pensano gli altri è facile rispondere e, infatti, i discepoli rispondono quasi in coro. Ma a Gesù importa tanto quanto sapere cosa pensa la gente. Egli, a questo punto, incalza chiedendo: “Ma voi chi dite che io sia?”. 

I discepoli la devono pensare diversamente dalla gente. Oltretutto Gesù stesso si propone prima come “Figlio dell’uomo” poi come “Io”.

È una domanda diretta che riguarda il rapporto altrettanto diretto fra i discepoli e Gesù. Qui diventa più difficile dare una risposta.

Matteo ci narra infatti che non rispondono più insieme ma delegano a Pietro il ruolo di portavoce. E Pietro se la cava benissimo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Meglio di così non si può dire.

Il Messia, l’atteso Figlio dell’uomo, non è soltanto un discendente di Davide, non è uno degli antichi profeti che ritorna in mezzo al suo popolo. Il Cristo è l’inviato di Dio, è il Figlio stesso di Dio. Dio non ha mandato un semplice uomo, per quanto importante possa essere. Dio ha mandato Suo Figlio.

Le parole che ha pronunciato “Simone figlio di Giona” le ha espresse con la propria lingua, con una profonda e sentita convinzione, ma esse non trovano in lui la loro fonte, la loro sorgente…”perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”.

La fede non nasce dalla debolezza umana senso dell’espressione “né la carne né il sangue”. La fede è dono del Padre. Con le proprie forze si può constatare e dire qualcosa su Gesù, ma si è Chiesa solo quando si è parte di quella comunità in cui si rivela il Padre.

Quel popolo che si dice “Chiesa” non si definisce in base ad un territorio, ad una razza o ad una ideologia, ma unicamente in base alla fede in Gesù.  

Ed è per questo che ancora oggi Egli continua a chiedere a ciascuno di noi: “Ma tu chi pensi che io sia?”. A noi la risposta…