XXVII Domenica del Tempo Ordinario

Curioso alberello, la vite! Il suo legno non serve a nulla. Bisogna tagliarlo ogni anno. Il suo frutto resta incerto fino al giorno della vendemmia. Basta una grave malattia ed il vignaiolo perde in un batter d’occhio l’intera vigna di uve pregiate che aveva circondato di amorevoli cure e di cui andava fiero.

Si comprende allora perché i profeti e i salmisti ricorrono all’immagine della vite per evocare il popolo di Dio, la sollecitudine del Signore nei suoi riguardi e i sentimenti che prova quando non trova il frutto che aspettava. 

Due sole parabole sono presenti in tutti e tre i Sinottici, quella del Seminatore e quella dei “vignaioli omicidi” che la liturgia della parola oggi ci presenta.

Chi la legge si accorge subito che Matteo inizia con un richiamo al passo di Isaia che leggiamo nella prima lettura. Il lettore non può non pensare che “la vigna del Signore è la casa di Israele” che il padrone della vigna è lo stesso Signore.

E leggendo o sentendo l’intero racconto in cui non si vedono mai i frutti, e poi ascoltando che la vigna o il Regno passa ad altri che “daranno frutto”, non si può non capire che il racconto sta squadernando l’intera storia di Israele da cui traspare la continua ed indefettibile fedeltà di Dio e la continua infedeltà del popolo.

Cosi la stessa comunità di Matteo non può non sentirsi l’erede della vigna del Signore e non può non esaminarsi profondamente se davvero dà i frutti sperati. 

La storia perenne dell’amore di Dio e del tradimento dell’uomo non si conclude con un fallimento, come scrive Isaia, non con una vendetta, ma con una nuova vigna.

Nella storia fra Dio e l’uomo le sconfitte servono solo a far risaltare meglio l’amore. I nostri dubbi, i nostri peccati, il tradimento, non sono in grado di fermare il piano di Dio. La vigna darà il suo frutto. 

Il sogno di Dio è una vigna che produca grappoli di bontà, frutti di giustizia, che produca pace, generosità e libertà. Una vigna dove tutti si sentono figli di uno stesso Padre e come Francesco d’Assisi, vivere la perfetta letizia di appartenere a questa vigna.

E noi siamo pronti ad aiutare Dio a realizzare questo sogno?