Biografia del Santo
Francesco di Paola è il Santo Patrono della nostra Parrocchia.
Il patrono è il protettore, il maestro, la guida, l’amico che intercede presso Dio in nostro favore.
Francesco nacque a Paola il 27 marzo del 1416, da Giacomo d’Alessio, di Paola, e Vienna, di Fuscaldo. Erano contadini, gente povera, semplice, ma timorata di Dio.
Da piccolo soffrì molto per una grave malattia ad un occhio. La madre supplicò S. Francesco d’Assisi ed ottenne da lui la miracolosa guarigione. All’età di 14 anni andò con i genitori in pellegrinaggio ad Assisi per ringraziare il Santo per la grazia ricevuta.
Ritornato dalla città del Poverello d’Assisi, si ritirò in una grotta sulle montagne di Paola, per vivere da eremita, nel digiuno, nella preghiera e nella penitenza.
Ben presto a lui si unirono molti altri giovani che desideravano vivere come lui e con lui, e così fondò una famiglia religiosa che chiamò: <<frati dell’Ordine dei Minimi>>. Nella costruzione del primo Convento fece il lavoratore dei campi, il muratore, lo spaccapietre, il trasportatore di tronchi d’alberi dal bosco.
Alternava le ore della giornata tra preghiera, lavoro e penitenza. Nell’eremo di Paola iniziò il grande progetto d’amore verso gli ultimi.
Da tutta la Calabria si organizzavano pellegrinaggi d’ammalati. Francesco aiutava, confortava, consigliava, guariva; a tutti trasmetteva fiducia in Dio, serenità e speranza. Sulle colline di Paola si viveva un clima di preghiera, di amore evangelico, di fraternità, di umile lavoro, di accoglienza amorosa di tutti i sofferenti.
Fondò altri Conventi: a Paterno Calabro, Spezzano Sila, Corigliano Calabro, Milazzo in Sicilia.
Durante il viaggio verso la Sicilia avvenne uno straordinario avvenimento: la traversata dello Stretto di Messina sul suo mantello, che ha affascinato poeti, pittori, musicisti. Si pensi a Franz Liszt che, ispirato da questo prodigio, ha scritto la celebre suonata intitolata: <<S. Francesco di Paola che cammina sulle onde del mare >>.
Secondo gli storici questo fatto miracoloso è avvenuto nell’aprile del 1464, nel tratto di mare Catona- Messina.
Nel ricordo di questo avvenimento prodigioso, il papa Pio XII, il 27 marzo del 1943 ha dichiarato S. Francesco di Paola Patrono della gente di mare.
La fama della santità e dei miracoli di Francesco era intanto arrivata anche al Re di Francia, Luigi XI che era gravemente ammalato. Lo chiamavano il Re <<cristianissimo>>, ma di cristiano in lui c’era ben poco.
Egli voleva essere guarito a tutti i costi da Francesco, e così, tramite l’interessamento del Re di Napoli Ferrante I e per ordine del Papa Sisto IV, fu costretto a recarsi a Tours, ove c’era la residenza reale, e che allora era ritenuta la capitale politica, commerciale e industriale della Francia.
Francesco vi giunse, dopo un lungo viaggio per terra e per mare, nel 1483.
Il Re lo accolse con tutti gli onori, sperando di essere da lui guarito. Ma non era questa la volontà di Dio, ed il Santo quindi non poteva piegarsi alla sua volontà.
Luigi XI tentò in tutti i modi: con gli onori, le ricchezze, le lusinghe; lo mise alla prova con insidie, minacce e castighi, ma Francesco fu irremovibile. Pregò e fece penitenza implorando da Dio la guarigione della sua anima, non quella del suo corpo.
Alla fine il Re si convertì: l’uomo più potente della terra fu vinto dal più povero ed umile figlio di Dio, venuto dalla terra italiana del Sud.
L’opera caritativa dell’eremita calabrese aveva trasformato l’animo del sovrano, il quale, mentre finivano i suoi giorni, si aprì maggiormente alla speranza del Dio dell’amore e della misericordia.
Francesco, per volontà del nuovo Re Luigi XII, rimase in Francia. Vi morì il 2 aprile, Venerdì Santo del 1507, all’età di 91 anni.
E’ conosciuto come il Santo della CARITA’, parola che portava scritta sul petto e che definisce ed illumina tutta la Sua vita e la Sua missione nella Chiesa. E’ il Santo dei miracoli, il Santo più miracoloso di tutta la storia della Santità nella chiesa.
E’ l’uomo di fede e di pace; uomo che lotta per la giustizia e la difesa dei deboli, dei poveri:
il vero amico di Dio e degli uomini.
In un inno in suo onore, la nostra Comunità così canta:
la mesta fanciulla,
la madre pregando
d’appresso alla culla,
il giovane ardito
il vecchio che muor,
sul campo il ferito
sul trono il Signor>>