Celebriamo il Giubileo della Misericordia

Date del Giubileo

Il Giubileo ha inizio l’8 dicembre 2015 con l’apertura della Porta Santa in San Pietro.

La scelta della data non è casuale. Infatti, oltre alla Solennità dell’Immacolata Concezione, ricorre anche il 50° Anniversario della Conclusione del Concilio Vaticano II.

L’inizio ufficiale del Giubileo nella nostra Diocesi avverrà il 13 dicembre, alle ore 17:00, con l’apertura della porta della Cattedrale di Cosenza.

Negli altri luoghi – Santuari diocesani, scelti dal Padre Arcivescovo, lo stesso rito avverrà il giorno seguente, 14 dicembre, sempre alle ore 17:00.

Nella nostra Foranìa Urbana II nel Santuario della Madonna della Serra, in Montalto Uffugo.

Bolla di Indizione – Motto

L’11 aprile 2015 il Santo Padre Francesco annunciava ufficialmente il Giubileo Straordinario della Misericordia con la pubblicazione della Bolla di indizione <<Misericordiae Vultus>> (Il volto della Misericordia).

La Bolla evidenzia la necessità di tenere viva, nella Chiesa cattolica, la consapevolezza di essere presente nel mondo quale dispensatrice della Misericordia di Dio.

Il motto di questo Giubileo è <<Misericordiosi come il Padre>>, ispirato ad un versetto del Vangelo di Luca (6, 36): <<Siate Misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso>>.

Il termine “Giubileo”

La parola Giubileo deriva dall’ebraico “jobel”: questo è il nome di uno strumento musicale fatto con il corno di un ariete o di un montone che veniva suonato presso gli Ebrei per annunciare l’anno sabbatico.

Alcuni studiosi pongono come radice del termine giubileo le parole ebraiche “jobil” che significa “richiamo” (alla conversione) o “jobal”che significa “remissione” (dei peccati).

Nella parola latina “jubilaeus” il termine ebraico viene accostato al latino “jubilum” cioè giubilo, gioia; perciò Giubileo indica un anno di Gioia, di Grazia.

Giubileo Ordinario – Straordinario

Il Giubileo, detto anche Anno Santo, è il periodo della remissione dei peccati, della riconciliazione e della conversione. Esso può essere ordinario e straordinario.

Quello ordinario è legato a scadenze prestabilite (25 – 50 anni), mentre quello straordinario viene indetto in occasione di qualche avvenimento di particolare importanza. In genere, si proclama per ottenere uno speciale aiuto di Dio in momenti difficili o delicati della Chiesa Universale o delle Chiese Locali.

Quello che stiamo celebrando è un Giubileo straordinario.

E’ il papa stesso a spiegarlo nella lettera di indizione: <<In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire Misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta: “Ricordati Signore, della tua Misericordia e del tuo amore, che è da sempre” (MV 25)>>

Logo del Giubileo: spiegazione

E’ opera del gesuita padre Marko Ivan Rupnik.

Il logo, accompagnato dal motto “Misericordiosi come il Padre”, reinterpreta l’immagine del Buon Pastore che si carica sulle spalle l’uomo smarrito.

Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che Cristo tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Infatti i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo.

Gesù vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Gesù. Ogni uomo quindi scopre in Cristo la propria umanità e il futuro che lo attende.

La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama le due nature, divina e umana, in Cristo.

Il Tema

Cuore del Giubileo è ovviamente la Misericordia, tema particolarmente caro a Papa Francesco che nella bolla di indizione scrive:

<<E’ giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. E’ il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza>>.

I SEGNI :

La cosa più importante del Giubileo non sono i riti, i gesti, le preghiere, ma un atteggiamento nuovo di fronte alla vita, al prossimo, ai problemi del mondo.

Senza la <<conversione del cuore>> e senza questo spirito nuovo, infatti, i riti e i segni sarebbero solo formalità senza senso.

Vissuti con l’animo giusto, i riti e le tradizioni, invece, diventano segni della conversione, della gioia e del nuovo impegno.

I segni che caratterizzano il Giubileo della Misericordia sono:

  • il Pellegrinaggio
  • la Porta
  • le Indulgenze
  • la Carità
  • la Professione di fede.

Il Pellegrinaggio

Il pellegrinaggio è un simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare ed è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza.

Evidenzia papa Francesco che la vita è “un pellegrinaggio” e l’essere umano è “un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio”.

Esso “sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio.

Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi”.

Nell’Anno Santo le mete principali del pellegrinaggio sono le quattro basiliche maggiori di Roma, dove è possibile ottenere l’indulgenza. Ma in ogni diocesi sono indicati luoghi di pellegrinaggio legati al Giubileo.

La Porta

Essa evoca il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia. Gesù nel Vangelo di Giovanni applica a sé l’immagine della porta: <<Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo >> (Gv 10,9).

Il gesto del passaggio attraverso la Porta Santa indica che nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo di Cristo …  La Porta diventa, quindi, simbolo della comunione tra l’uomo e Dio; segno della possibile salvezza.

Essa richiama la responsabilità di ogni credente di attraversare la soglia: confessare che Cristo è il Signore, rinvigorendo la fede in lui per vivere la nuova vita che egli ci ha donato.

L’indulgenza

E’ uno degli elementi costitutivi dell’evento giubilare. Con l’indulgenza al peccatore pentito è condonata la pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa.

Secondo la Dottrina Cattolica l’assoluzione sacramentale comporta il perdono della colpa in quanto offesa a Dio, ma non ne cancella completamente gli amari frutti, che sono le cosiddette pene temporali,che si scontano quaggiù in terra o nell’altra vita in Purgatorio.

Le indulgenze sono il tesoro della Chiesa fatto dai meriti di Gesù Cristo, della Madonna e dei santi. Pregare per ottenere l’indulgenza significa entrare in questa comunione spirituale.

Per ottenere l’indulgenza, è necessario essere in stato di grazia. Il fedele abbia la disposizione interiore del completo distacco dal peccato; che si accosti al sacramento della Riconciliazione; che riceva l’Eucaristia; e che preghi secondo le intenzioni del Papa.

Inoltre serve compiere un’”opera”. Ci sono le opere di pietà, ossia fare unpellegrinaggio in un santuario o luogo giubilare (sarà possibile ottenere l’indulgenza compiendo questa opera non solo a Roma – nelle basiliche maggiori e in altre chiese o santuari della città eterna -, ma anche in luoghi delle proprie diocesi).

Oppure ci sono le opere di penitenza, cioè astenersi da consumi superflui (fumo, bevande alcoliche…), digiunare o astenersi dalle carni devolvendo una somma ai bisognosi.

O ancora ci sono le opere di misericordia di cui il Papa parla nella Bolla di indizione del Giubileo. E le elenca evidenziando che sono un “modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”.

Sono opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti.

E sono opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

La Carità

<<La misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui egli rivela il suo amore>>. Misericordia e carità sono due volti indivisibili della stessa medaglia. La carità è quindi l’espressione visibile, sociale, morale, spirituale della misericordia. Di quanto si riceve da Dio bisogna farne dono anche ai fratelli: <<gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date>> (Mt. 10,8).

Questo è Vangelo, è costituzione di vita per il cristiano.

<<Quante situazioni di precarietà e di sofferenza sono presenti nel mondo di oggi!… In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta>>. (Papa Francesco)

(A cura della catechista Anna Mandarino)